Porto di Cagliari: la nuova missiva di Paolo Truzzu al Governo Draghi.

Riavvicinare la città al suo mare, dare nuova forma urbanistica alla linea che va da Giorgino a Marina Piccola e rilanciare le attività economiche del Porto Canale. Questa la strategia del sindaco di Cagliari Paolo Truzzu, autore di una lettera inviata all’Esecutivo Draghi per chiedere un confronto tempestivo sulla vertenza dei 250 lavoratori del Porto Canale, attualmente in stato di disoccupazione, e permettere la ripresa operativa del Terminal Container, condizione fondamentale per lo sviluppo nel settore e dell’indotto locale.

“È nostra ferma intenzione – scrive il primo cittadino di Cagliari – fare di tutto perché i lavoratori riprendano il loro lavoro, chiediamo che venga istituita una Agenzia per il lavoro terminalistico del Transhipment. Si rende necessaria –si legge nella lettera – un’operazione di scouting attraverso un Advisor specializzato nel campo del Transhipment al fine di individuare i soggetti autorevoli che possano essere interessati al sito di Cagliari”.

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Un’azione propedeutica, come definita dal sindaco di Cagliari per “avviare nuove procedure finalizzate ad acquisire valide manifestazioni d’interesse purché, parallelamente, si arrivi alla rapida istituzione della ZES” poichè, prosegue la nota “senza convenienze fiscali, è difficile attirare imprese interessate a cospicui investimenti”.

Le potenzialità del porto di Cagliari sono enormi, come sostenuto da Paolo Truzzu: un compendio costituito da quasi 400 mila metri quadri di piazzale, con 1.600 metri lineari di banchina (incrementabili così come previsto dal Piano regolatore), 16 metri di fondale, fabbricati da adibire ad uffici, mensa, spogliatoi, depositi attrezzature, nonché un Punto di Ispezione Frontaliero. È per altro fondamentale garantire i necessari investimenti per l’adeguamento infrastrutturale, in particolare per rendere conforme il parco gru alle nuove dimensioni delle porta-container di ultima generazione.

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“Chiediamo – conclude Truzzu – l’apertura di un tavolo tecnico e politico con il coinvolgimento di tutti: attori istituzionali nazionali, regionali e locali, ovviamente con il pieno coinvolgimento dell’Autorità di Sistema Portuale del mare di Sardegna. Riteniamo che non ci sia più tempo”.

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