Maria Laura Orrù: “Rifiuti dal Centro-Nord Italia verso la discarica Riverso”.

“Nella ultime settimane gli organi di stampa stanno riportando dei fatti gravissimi, ovvero il persistere del trasporto e smaltimento nell’Isola di tonnellate di rifiuti pericolosi provenienti dal nord e centro Italia contenenti amianto puro ridotto in polvere o a pezzi”. Questa la denuncia dell’esponente dei Progressisti Maria Laura Orrù, presentata attraverso un’interrogazione indirizzata agli assessori all’Ambiente Gianni Lampis e alla Sanità Mario Nieddu, ai quali è stato chiesto di riferire sulle misure di vigilanza e controllo e sull’aderenza di tali processi alla normativa nazionale e regionale in materia di smaltimento dei rifiuti speciali.

“I TIR – prosegue la consigliera dei Progressisti – sarebbero partiti da Livorno per Olbia e Cagliari, due volte la settimana, per poi raggiungere la discarica della Riverso a Serra Scirieddus, nella vecchia miniera dismessa di Barega, non lontano da Carbonia”. Azienda, ricorda Maria Laura Orrù, che, “pur avendo in passato beneficiato di tre autorizzazioni nel 2010, nel 2016 e nel 2018, ha fatto una successiva richiesta di ampliamento con sopraelevazione fino a una capienza complessiva di 1.834.000 metri cubi. Per tale ampliamento il procedimento di VIA, conclusosi nel 2020, ha imposto la condizione di smaltire esclusivamente ‘rifiuti provenienti esclusivamente dal territorio regionale’. Considerato che risulterebbe impossibile la verifica dei quantitativi in questione, distinguendo tra completamento ed ampliamento della discarica, la condizione imposta in sede di VIA diviene di fatto vincolante per l’attività dell’intero impianto”.

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Maria Laura Orrù, Francesco Agus, Laura Caddeo, foto Sardegnagol, riproduzione riservata 2020
Maria Laura Orrù, Francesco Agus, Laura Caddeo, foto Sardegnagol, riproduzione riservata

Una criticità acuita, secondo i firmatari dell’interrogazione, dall’assenza “di alcun tipo di controllo preventivo sul traffico di rifiuti proveniente dal resto d’Italia”, dalla mancata individuazione “della struttura addetta alla gestione delle sanzioni” e, ancora, dalla “carenza di organico e di apposite figure specialistiche in cui versa attualmente il Corpo Forestale”.

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