Ungheria. Progetti di legge contro i diritti LGBTQI+.

Recentemente – come ricordato da una interrogazione parlamentare – il Governo ungherese ha proposto due progetti di legge intesi a modificare la Costituzione, che comprendono disposizioni secondo cui “la madre è una donna, il padre è un uomo” e ancora che “i figli sono educati secondo un’interpretazione cristiana dei ruoli di genere” e, infine, che “per genere di una persona si intende quello stabilito alla nascita” come previsto dalla Proposta legislativa del parlamento ungherese T/13647.

Questa proposta legislativa – secondo gli interroganti – costituirebbe di fatto un divieto indiretto di adozione per le coppie dello stesso sesso. Analogamente, la commissione per la giustizia del Parlamento ungherese ha approvato un progetto di legge che ha abolito a partire dal mese di Gennaio 2021, il suo organismo per la parità – l’Autorità per la parità di trattamento –, senza alcuna valutazione d’impatto o consultazione pubblica, trasferendo i suoi obblighi al commissario per i diritti fondamentali, il quale in precedenza non ha preso alcun provvedimento in seguito a casi eclatanti di discriminazione, come recentemente accaduto nel Paese lo scorso mese di Giugno.

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Una chiara violazione dello Stato di diritto e delle direttive UE sulla parità di trattamento – in particolare le Direttive 2000/43/CE, 2004/113/CE, 2006/54/CE e 2010/41/UE – che conferma l’assenza di attenzione verso la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea da parte del Governo di Viktor Orbàn.

Sulla questione è intervenuta oggi la Commissaria maltese all’Uguaglianza, Helena Dalli che nel suo intervento ha ricordato, in particolare, l’articolo 21 della Carta dei diritti fondamentali dell’UE laddove “vieta esplicitamente la discriminazione basata sull’orientamento sessuale e sul sesso”: “Tuttavia – ha ricordato la Commissaria – la Carta si applica agli Stati membri esclusivamente nell’attuazione del diritto dell’Unione. In tali casi spetta agli Stati membri garantire che i diritti fondamentali siano di fatto rispettati e tutelati in conformità con la legislazione nazionale e gli obblighi internazionali in materia di diritti umani”.

“In base alle direttive 2000/43/CE, 2004/113/CE, 2006/54/CE e 2010/41/UE – ha confermato la Commissaria – gli organismi per le pari opportunità fanno eventualmente parte di agenzie incaricate, a livello nazionale, della difesa dei diritti umani o della salvaguardia dei diritti individuali. Tuttavia, tutti gli Stati membri dovrebbero garantire che gli organismi per la parità possano svolgere le loro funzioni, come stabilito nelle direttive, in modo indipendente ed efficace. Inoltre, il ruolo di autorità indipendenti, quali il mediatore e altre istituzioni nazionali per i diritti umani, e il ruolo delle organizzazioni della società civile nella salvaguardia dello Stato di diritto sono elementi dell’analisi contenuti nella relazione sullo Stato di diritto“.

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*Liesje Schreinemacher (Renew), Terry Reintke (Verts/ALE), Marc Angel (S&D), Maria Walsh (PPE), Jan Huitema (Renew), Caroline Nagtegaal (Renew), Bart Groothuis (Renew), Malik Azmani (Renew), Billy Kelleher (Renew), Sylwia Spurek (Verts/ALE), Łukasz Kohut (S&D), Tineke Strik (Verts/ALE), Kim Van Sparrentak (Verts/ALE), Karen Melchior (Renew), Kathleen Van Brempt (S&D), Dimitrios Papadimoulis (GUE/NGL), Michal Šimečka (Renew), Birgit Sippel (S&D), Sandro Gozi (Renew), Giuliano Pisapia (S&D), Kira Marie Peter-Hansen (Verts/ALE), Malin Björk (GUE/NGL), Margrete Auken (Verts/ALE), Frances Fitzgerald (PPE), Klára Dobrev (S&D), Csaba Molnár (S&D), Sándor Rónai (S&D), Attila Ara-Kovács (S&D), Sylvie Guillaume (S&D), Abir Al-Sahlani (Renew), Fredrick Federley (Renew), Dietmar Köster (S&D), Manuel Bompard (GUE/NGL), Rasmus Andresen (Verts/ALE), Tanja Fajon (S&D), Tilly Metz (Verts/ALE), Nathalie Loiseau (Renew), Marisa Matias (GUE/NGL), Manon Aubry (GUE/NGL), Milan Brglez (S&D), Miapetra Kumpula-Natri (S&D), Mario Furore (NI), José Gusmão (GUE/NGL), Aurore Lalucq (S&D), Fabio Massimo Castaldo (NI), Niklas Nienaß (Verts/ALE), Pierre Karleskind (Renew), Andreas Schieder (S&D), Gwendoline Delbos-Corfield (Verts/ALE), Monika Vana (Verts/ALE), Evelyn Regner (S&D), Marianne Vind (S&D), Sophia in ‘t Veld (Renew), Rosa D’Amato (NI), Hilde Vautmans (Renew), Brando Benifei (S&D), Anja Hazekamp (GUE/NGL), Frédérique Ries (Renew), Vera Tax (S&D), Daniel Freund (Verts/ALE), Irène Tolleret (Renew), Pina Picierno (S&D) e Gabriele Bischoff (S&D).

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Foto di Norbert Oriskó da Pixabay