Aborto: il divieto de facto in Polonia mette a rischio la vita delle donne.

L’UE ha il dovere di reagire al “collasso sistemico dello Stato di diritto”. Con queste parole i deputati europei hanno condannato (in una risoluzione approvata questa settimana con 455 voti favorevoli, 145 contrari e 71 astenuti) la battuta d’arresto sui diritti sessuali e riproduttivi delle donne in Polonia, sottolineando l’obbligo legale del diritto all’aborto.

Nella risoluzione, il Parlamento europeo ha affermato che la sentenza del 22 ottobre del Tribunale costituzionale polacco di rendere illegale l’aborto nei casi di gravi e irreversibili malformazioni fetali “mette a rischio la salute e la vita delle donne”, poiché la maggior parte degli aborti legali in Polonia viene praticata per queste ragioni. Per i deputati la messa al bando di questa opzione, che ha rappresentato il 96% delle interruzioni di gravidanza legali in Polonia nel 2019, potrebbe portare ad un aumento degli aborti “non sicuri, clandestini e potenzialmente mortali” nello Stato polacco.

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Una risoluzione particolarmente critica verso i giudici polacchi, definiti dal PE come “giudici eletti e pienamente dipendenti da esponenti politici della coalizione di governo guidata dal partito Diritto e giustizia (Prawo i Sprawiedliwość)”. Sentenza, secondo i più critici, emessa mentre erano in vigore le restrizioni legate alla sanità pubblica a causa della pandemia Covid-19 che hanno, di fatto, ostacolato lo svolgimento di qualsiasi dibattito democratico all’interno del Paese.

Il PE, ancora, ha ricordato che, in linea con la giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell’uomo, le leggi restrittive sull’aborto violano i diritti umani delle donne e, in particolare, la loro autonomia e dell’indipendenza decisionale.

Diritti sempre più a rischio in un Paese dove i medici sono sempre più propensi all’obiezione di coscienza, costringendo migliaia di donne polacche a recarsi all’estero per accedere ad un servizio sanitario essenziale come l’aborto, mettendo, così, ulteriormente a repentaglio il loro benessere e la loro salute.

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Criticità che hanno portato il Parlamento europeo a chiedere l’intervento della Commissione e, in particolare, di valutare la composizione del Tribunale costituzionale polacco, palesemente filogovernativa per i deputati europei e fulgido esempio di “di appropriazione politica della magistratura come parte del collasso sistemico dello Stato di diritto in Polonia”.