Vaccini anti-Covid e clausole di deresponsabilizzazione delle case farmaceutiche.

I risvolti economici e geopolitici della corsa alla produzione del vaccino anti-Covid-19 non possono mettere in secondo piano la tutela della salute dei cittadini europei.

Una corsa al vaccino che, seppur auspicata dalla popolazione mondiale, richiede di soffermarsi sulle clausole di deresponsabilizzazione delle cause farmaceutiche: tema recentemente portato all’attenzione della Commissione europea da parte dell’eurodeputato del gruppo Identità e Democrazia, Vincenzo Sofo.

“È noto che la Commissione stia già stipulando accordi con case farmaceutiche per l’acquisto di vaccini che, ad oggi, non hanno ancora terminato la fase 3 della sperimentazione. Tra l’altro – ha aggiunto l’esponente ID – la Commissione ha annunciato che tale ultima fase di sperimentazione – magari per battere sul tempo i competitori – sarà molto più rapida del solito e che ci sarà flessibilità nell’osservazione delle normali procedure europee”.

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Adattabilità che aggiungendosi all’ipotesi di uno scudo legale sulle responsabilità delle case farmaceutiche, potrebbe proteggere l’industria del farmaco da future responsabilità: “E’ emersa la notizia di una possibile clausola, in fase di accordo con le case farmaceutiche fornitrici del vaccino (ad esempio AstraZeneca) consistente in uno scudo legale che tenga al riparo queste ultime da eventuali future azioni di responsabilità – ha proseguito Vincenzo Sofo – Ciò fa crescere nell’opinione pubblica il timore che le sperimentazioni, allo stato attuale, non garantiscano un livello di sicurezza sufficiente del vaccino”.

Negli ultimi giorni, a nome della Commissione europea, è intervenuta la Commissaria alla Salute, Stella Kyriakides che sulla questione ha confermato che “uno degli obiettivi fondamentali della Commissione e dell’Agenzia europea per i medicinali (EMA) nel quadro della strategia dell’UE sui vaccini, è garantire la qualità, la sicurezza e l’efficacia dei vaccini”.

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“Un vaccino – ha confermato la Commissaria – può quindi ottenere l’autorizzazione all’immissione in commercio nell’UE solo dopo essere stato oggetto di una valutazione approfondita e indipendente da parte dell’EMA, fondata su informazioni sufficienti in merito alla sua sicurezza, alla sua efficacia e alla sua qualità farmaceutica e se è dimostrato che i benefici del vaccino sono superiori agli eventuali rischi”.

Sull’accordo con AstraZeneca, la Kyriakides ha poi assicurato che “l’accordo è pienamente conforme al diritto dell’UE e rispetta e tutela appieno i diritti dei cittadini, in linea con la direttiva sulla responsabilità per danno da prodotti difettosi”, requisiti che “si applicheranno anche a tutti i contratti che la Commissione sta negoziando”.

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In linea con le norme dell’UE in materia di responsabilità per danno da prodotti difettosi, come risaputo, la responsabilità rimane a carico della società. Tuttavia, confermano dalla Commissione, al fine di compensare i rischi potenziali assunti dai fabbricanti a causa del tempo insolitamente breve per lo sviluppo dei vaccini, l’accordo preliminare di acquisto prevede che gli Stati membri indennizzino il fabbricante per eventuali responsabilità incorse solo a specifiche condizioni stabilite nell’accordo.

Procedura confermata dalla Commissaria europea alla Salute: “La Commissione ha chiaramente indicato durante tutta l’attuazione della strategia sui vaccini di non essere disposta a compromessi sull’applicazione delle norme vigenti che disciplinano l’immissione in commercio dei prodotti farmaceutici. Questi principi valgono parimenti per qualsiasi clausola di indennizzo negoziata dalla Commissione”.

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