Condizionalità dello Stato di diritto: gli eurodeputati raggiungono un accordo con il Consiglio.

L’accordo raggiunto oggi tra il Parlamento e il Consiglio europeo senza un passo in avanti verso il rispetto dello Stato di diritto nell’UE. Un’intesa che introduce limiti all’accesso ai fondi UE per quei Paesi membri che non dovessero rispettare lo Stato di diritto, ovvero i valori fondamentali dell’UE come la libertà, la democrazia, l’uguaglianza e il rispetto dei diritti umani, compresi i diritti delle minoranze.

“L’agreement di oggi rappresenta un passo importante verso la protezione dei valori dell’UE – ha detto il co-relatore dell’accordo Petri Sarvamaa (PPE, Finlandia) – Per la prima volta, abbiamo istituito un meccanismo che permette all’UE di fermare il finanziamento ai governi che non rispettano i nostri valori come lo stato di diritto”.

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Parere condiviso anche dalla co-relatrice del gruppo S&D, Eider Gardiazabal Rubial: “Per noi l’accordo costituisce uno step fondamentale. Possiamo dire con orgoglio che abbiamo sviluppato un sistema solido che garantirà la protezione dello Stato di diritto e i cittadini europei si aspettano da noi che l’erogazione dei fondi dell’UE sia subordinata al rispetto di questo principio”.

I negoziatori del Parlamento europeo hanno anche insistito sull’inserimento della frode e dell’evasione fiscale e delle minacce all’indipendenza della magistratura nel meccanismo, includendo sia i casi individuali che le situazioni generalizzate e ricorrenti.

Secondo l’accordo il tempo a disposizione delle istituzioni dell’UE per adottare misure contro uno Stato membro non rispettoso dello Stato di diritto, sarà di massimo 9 mesi, invece dei 13 originariamente richiesti dal Consiglio.

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La Commissione europea, dopo aver accertato l’esistenza di una violazione, proporrà di attivare il meccanismo di condizionalità contro un governo dell’UE. Il Consiglio avrà quindi un mese di tempo per adottare le misure proposte (o tre mesi in casi eccezionali) a maggioranza qualificata. La Commissione si avvarrà del suo diritto di convocare il Consiglio per garantire il rispetto della scadenza.

Adesso il compromesso dovrà essere formalmente adottato dal Parlamento e dai ministri dell’UE.

foto europarl.europa.eu