Scandalo Wirecard. Quale futuro per la regolamentazione del settore FinTech nell’UE?

L’ormai noto scandalo Wirecard, una delle azienda del Dax30, ha nuovamente gettato discredito sulla più volte palesata trasparenza del sistema finanziario tedesco, assumendo, negli ultimi mesi, i tratti di un vero e proprio intrigo internazionale. Wirecard, primo fallimento di una società del Dax 30,  ovvero l’indice che racchiude le 30 società tedesche a maggior capitalizzazione di borsa tra cui Lufthansa, Allianz, Adidas, Deutsche Bank e Wolkswagen, ha richiamato l’attenzione del Parlamento europeo sulla regolamentazione del FinTech.

Un settore, come confermato dall’Autorità bancaria europea, dove circa il 31 % delle imprese FinTech in Europa non è soggetto ad alcuna regolamentazione.

Per gli eurodeputati del gruppo dei Non Iscritti, Fabio Massimo Castaldo, Chiara Gemma, Mario Furore e Daniela Rondinelli, alla luce della vicenda che ha interessato Wirecard, uno dei campioni europei della tecnologia, la regolamentazione nel settore FinTech deve essere rivista per non alimentare ulteriore ambiguità e creare sfiducia verso la finanza: “Nonostante il fatto che l’attività dell’impresa fosse in buona parte finanziaria e che essa possedesse anche una banca, Wirecard è stata classificata come impresa tecnofinanziaria anziché come prestatore di servizi finanziari, ed è stata a lungo considerata una zona grigia quando si è trattato della tradizionale vigilanza bancaria”.

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“Lo scandalo Wirecard – hanno aggiunto i firmatari dell’interrogazione – è emblematico di un settore con ampie implicazioni di stabilità finanziaria, ma che è stato autorizzato a eludere il rigore normativo al fine di promuovere l’innovazione e la crescita”.

Un terremoto finanziario che negli ultimi mesi ha provocato molto clamore anche a livello politico per i mancati controlli delle autorità sulla fintech.

Sul nuovo sistema di vigilanza europeo per i partecipanti non bancari e i prestatori di servizi di pagamento e, in particolare, sulla nuova strategia sulla finanza digitale che la Commissione europea si accinge a proporre quest’anno, è intervenuto il Commissario Valdis Dombrovskis.

“La pandemia di Covid-19 ha dimostrato quanto l’UE dipenda dalla tecnologia digitale per far funzionare le cose in caso di restrizioni e blocco delle attività. Ciò vale anche per i servizi finanziari: ad esempio, i pagamenti digitali hanno aiutato molte persone a effettuare acquisti quotidiani essenziali mantenendo il distanziamento sociale. La Commissione ritiene che la trasformazione digitale del settore finanziario continuerà e, pertanto, intende presentare una strategia sulla finanza digitale, accompagnata da una strategia sui pagamenti al dettaglio, per sfruttare il potenziale della tecnologia finanziaria e la trasformazione digitale del settore finanziario a vantaggio delle imprese e dei consumatori europei”.

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Allo stesso tempo, la Commissione crede nella necessità di continuare a disciplinare e a vigilare sui rischi in maniera adeguata. Una regolamentazione e una vigilanza forti sono essenziali per mantenere la fiducia nella finanza, sia degli operatori tradizionali che dei nuovi operatori. È per questo motivo che sarà importante garantire che tutte le attività e i rischi siano debitamente regolamentati e soggetti a un’adeguata vigilanza. Le norme dell’UE devono essere pienamente applicate e fatte rispettare dalle autorità di vigilanza. Nel contesto della futura revisione della direttiva sui servizi di pagamento la Commissione valuterà anche i rischi potenziali connessi ai servizi non regolamentati, in particolare i servizi tecnici, e valuterà se e come tali rischi possono essere attenuati al meglio”.

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foto © European Union 2019, Source: EP/ Dominique Hommel