Telefono Amico. Giornata mondiale per la prevenzione del suicidio.

“Sono triste, depresso”, “Vorrei essere morto”, “Mi sento solo”, “Non riesco a fare nulla”, “Non posso più andare avanti così”, “Sono un perdente”, “Gli altri staranno meglio senza di me”: sono questi alcuni dei principali segnali di allarme che ci possono aiutare a capire che una persona sta soffrendo, al punto di meditare un suicidio.

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ogni anno nel mondo circa 1 milione di persone decide ti togliersi la vita e il suicidio è citato fra le prime 20 cause di morte nel mondo per tutte le fasce di età. Il fatto ancor più preoccupante è la diffusione tra i giovani, per i quali rappresenta la seconda causa principale di morte, dopo gli incidenti stradali.
Soltanto nel nostro Paese, ogni anno 4000 persone decidono di togliersi la vita.

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Un problema complesso per l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) non ascrivibile ad una sola causa o ad un motivo preciso ma che può trovare nell’ascolto una soluzione efficace, come dimostrano le statistiche di riferimento, secondo le quali il 50% di chi si suicida lo comunica, ma non viene ascoltato, motivo per cui occorre insistere sulla prevenzione mediante l’ascolto.
Quindi, anche solo un minuto di tempo, la disposizione all’ascolto e alla condivisione di una storia, possono cambiare il destino di una persona che pianifica il suicidio.

Un aiuto offerto anche dal Telefono Amico Cagliari, servizio d’ascolto nato per la prevenzione del suicidio, e che sostiene la giornata mondiale per rafforzare le azioni di prevenzione. Al Telefono Amico si rivolgono,infatti, spesso persone di qualsiasi età e ceto sociale, ma tutti accomunati da una esplicita fragilità ed incapacità ad affrontare la vita.

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Aiutare si può, parliamone… è l’invito che i volontari del Telefono Amico formulano alle persone che chiamano per manifestare la loro mancanza di motivazione nel vivere e talvolta per esprimere verbalmente l’intenzione di mettere in atto il suicidio.

I volontari, preparati con corsi specifici, operano affinché la persona nel momento del disagio non si senta sola, possa esprimere apertamente le proprie preoccupazioni. “La possibilità di sperimentare un ascolto empatico – fanno sapere dal Telefono Amico – può aiutare a trovare gli stimoli giusti per rinforzare il ‘ben-essere emozionale’ e trovare possibili alternative ai propri problemi”.

Foto di Hasty Words da Pixabay