Frodi informatiche. Smantellata una delle più rilevanti organizzazioni criminali.

La Polizia Postale e delle Comunicazioni ha smantellato, nel corso di una vasta operazione coordinata dalla Procura di Genova, un giro di frodi informatiche tra l’Italia e la Romania, per un totale di oltre 20 milioni di euro all’anno di profitti illeciti.

13 le persone arrestate sia in Italia che in Romania all’alba di questa mattina, al termine di un blitz messo a segno da oltre 50 poliziotti della Polizia Postale in collaborazione con il Dipartimento per il contrasto alla criminalità organizzata della Polizia rumena.

Le ordinanze di custodia cautelare emesse dal GIP di Genova, insieme alle perquisizioni locali ed informatiche ed ai sequestri di ville, automobili ed esercizi commerciali riconducibili all’organizzazione, arrivano a conclusione di un lavoro certosino durato oltre 2 anni che ha visto Polizia e Magistratura lavorare a stretto contatto con le Agenzie europee Europol, Eurojust e con le Autorità rumene, e che ha permesso ricostruire un disegno criminoso che, per vastità e completezza, può ben definirsi una sorta di quadro d’insieme delle attività della criminalità organizzata nel campo del cybercrime finanziario.

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Le indagini della Polizia hanno definito la struttura dell’organizzazione criminale. Nel primo livello operavano le batterie di hacker, operanti dalla Romania e responsabili di un’ampia casistica di frodi informatiche: dall’acquisto di beni e servizi su portali di e-commerce, alle truffe per l’affitto di inesistenti case-vacanza, per passare al phishing informatico consistente nella diffusione di virus destinati alla sottrazione di password e dati personali attraverso false email.

Una volta portate a termine le frodi subentrava la necessità di “ripulire” il denaro illecitamente guadagnato, ed è proprio qui che si attivava il braccio italiano dell’organizzazione criminale, l’associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio internazionale. Un vero e proprio factoring criminale, cui veniva “esternalizzato” il servizio di riscossione, capace di mettere a disposizione numeri di conto corrente italiani su cui l’organizzazione rumena bonificava i proventi delle frodi, che venivano ripuliti, incassati, decurtati di una percentuale del 35-40% trattenuta in Italia a titolo di provvigione per il servizio reso, ed infine e ‘spostati’ in contanti oltre frontiera.

Più in particolare, i capi dell’organizzazione in Italia, due cittadini rumeni di 52 e 49 anni residenti a Genova, con le rispettive consorti, tutti formalmente disoccupati e pressoché nullatenenti, gestivano a Genova, sin dal 2018, una rete di procacciatori incaricati di reclutare, tra le fasce più bisognose della popolazione, soggetti prestanome disposti a mettere a disposizione – dietro un modesto compenso – la loro identità per l’apertura di moltissimi conti correnti. Su tali conti, che venivano in realtà gestiti dai capi dell’Organizzazione, confluivano centinaia di bonifici da tutto il mondo, frutto delle frodi informatiche.

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L’”ultima catena” (“Last Chain”) era appunto, come spesso accade nelle più articolate indagini di criminalità organizzata, quella del riciclaggio, ed era strutturata a livello piramidale. I Capi potevano contare su un livello di “procacciatori”, incaricati di reclutare i prestanome per l’apertura dei conti, nonché su un livello di “corrieri” (noti alle polizie internazionali col termine di “Money Mules” – letteralmente “Muli di denaro”) incaricati di prelevare il denaro dai conti correnti, occultarlo in appositi nascondigli ed infine organizzare le cd. « carrozze » (furgoni, pulman o autovetture proprie o prese a noleggio) con i quali il contante veniva fisicamente trasportato oltre frontiera in Romania.

L’attività svolta dalle agenzie europee Europol ed Eurojust, realizzando il coordinamento tra l’Autorità giudiziaria e la polizia italiana con i Colleghi rumeni, ha permesso la prosecuzione congiunta e sinergica delle attività investigative nei due Paesi, lo scambio informativo in tempo reale e la pianificazione dell’attività operativa svoltasi nella mattinata odierna.

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Proprio al contrasto del fenomeno del cyber-riciclaggio attraverso l’impiego di Money Mules, le due Agenzie europee dedicano, del resto, un’azione operativa annuale (l’azione EMMA – European Money Mules Action) che vede l’Italia, attraverso la Polizia Postale e le Magistratura, prender parte attiva, collocandosi stabilmente tra i primi Pesi in termini di risultati ottenuti.

Nel corso dell’operazione odierna sono state sequestrate, sia in Italia che in Romania, appartamenti, ville, attività commerciali ed autovetture, acquistati nel tempo dall’Organizzazione criminale grazie ai notevoli profitti illeciti accumulati ai danni di cittadini in tutta Europa.

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