Conservatori e Riformisti europei: “Cybershaming insidia del web”.

Per gli eurodeputati Raffaele Fitto, Sergio Berlato, Pietro Fiocchi, Raffaele Stancanelli, Nicola Procaccini, membri del gruppo Conservatori e Riformisti europei “Internet rappresenta sicuramente un’opportunità, ma al tempo stesso è anche strumento nel quale si manifestano rischi ed insidie” come il cybershaming, un fenomeno definito come “qualsiasi azione, condotta o dichiarazione finalizzata a svergognare e a umiliare altri soggetti tramite i mezzi elettronici per vendetta, per punizione o anche solo per suscitare grave imbarazzo”.

“L’uso distorto delle chat e dei social – si legge nel corpo dell’interrogazione parlamentare – può ledere o pregiudicare, in modo anche grave, i diritti personali e gli interessi di una parte della popolazione, in particolare le categorie più vulnerabili come i minori”.

Tali condotte illecite, per i rappresentanti del gruppo Conservatori e Riformisti europei “spesso si trasformano in ulteriori fattispecie di crimini informatici quali ad esempio la ‘pedopornografia’, ovvero la diffusione sui canali informatici a titolo gratuito o oneroso di immagini di minori in atteggiamenti intimi”.

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Considerata la particolarità del fenomeno, i 5 deputati hanno chiesto alla Commissione se sono attive campagne di informazione e sensibilizzazione sul fenomeno, accompagnate da programmi educativi nei singoli Stati membri in merito a un “utilizzo consapevole” degli strumenti informatici e se ritiene necessario attivare azioni per favorire lo scambio di migliori pratiche a livello di UE.

Negli ultimi giorni è arrivata la risposta di Thierry Breton a nome della Commissione europea: “La Commissione è impegnata da tempo nel far sì che Internet diventi uno spazio migliore e più sicuro per i bambini. La strategia europea per un Internet migliore per i ragazzi predispone una serie di azioni per la sicurezza online, basate su coordinamento, sostegno finanziario, normativa e autodisciplina. Nell’ambito del meccanismo per collegare l’Europa, la Commissione cofinanzia negli Stati membri i centri per un Internet più sicuro (“SICs”) i quali, attraverso il portale, producono e condividono risorse e buone prassi sui rischi e sulle opportunità cui soprattutto i bambini e i giovani possono andare incontro su Internet. Tramite la rete dei centri per un internet più sicuro (rete INSAFE) sono disponibili servizi di assistenza che forniscono agli utenti consigli e sostegno su qualsiasi problema si possa incontrare online; il bullismo online è in cima alla lista delle segnalazioni. Il progetto EU Kids Online, avviato come progetto finanziato dall’UE, mette a disposizione statistiche internazionali, anche sulle esperienze dei bambini legate all’odio online.

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“I centri per un Internet più sicuro – ha proseguito Breton – organizzano regolarmente presentazioni presso le scuole, le biblioteche e le organizzazioni giovanili per invitare i bambini a usare le tecnologie digitali in modo più sicuro e consapevole. Sebbene i programmi didattici nazionali non rientrino nelle competenze della Commissione, i centri per un Internet più sicuro forniscono ai genitori e agli insegnanti informazioni e consulenza pedagogica, anche sul tema del bullismo online. La campagna #SaferInternet4EU della Commissione, incentrata su aspetti relativi alla sicurezza online, tra cui il bullismo online, l’alfabetizzazione informatica e l’igiene informatica, ha raggiunto quasi 63 milioni di cittadini nell’UE dal suo lancio in occasione della giornata per un Internet più sicuro del 2018”.

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“Per agevolare il coordinamento e la cooperazione tra gli Stati membri dell’UE su tali tematiche, nel 2019 la Commissione ha istituito un gruppo di esperti per un Internet più sicuro per i bambini, composto da rappresentanti degli Stati membri, dell’Islanda e della Norvegia” ha concluso il Commissario per il Mercato interno e i servizi, Thierry Breton.

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