Silvia Sardone: “Wet market cinesi fonte di epidemie”

L’eurodeputata del gruppo Identità e Democrazia, Silvia Sardone, ha interrogato la Commissaria alla Salute, Stella Kyriakides, sulla sicurezza dei wet market asiatici, indicati come causa di epidemie e maltrattamenti degli animali: “Gli scienziati stimano che più di 6 su 10 malattie infettive conosciute dagli esseri umani siano state diffuse dal contatto con gli animali e 3 su 4 delle nuove o emergenti malattie infettive provengano dagli animali. I noti ‘wet market’ asiatici sono una costante fonte di pericolo, così come dimostra l’attuale pandemia di coronavirus. In questi mercati le condizioni igieniche sono pessime con sangue, viscere, squame e acqua sporca ovunque. Senza contare l’inferno per gli animali che vivono le loro ultime ore nel terrore, assistendo alle brutali uccisioni dei loro simili”.

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“In questi mercati – si legge nell’interrogazione dell’esponente ID – in Cina, Vietnam, India, gli animali (anche selvatici) vengono tenuti in condizioni allucinanti, ammassati uno sull’altro nella sporcizia. Ciò premesso – rivolgendosi alla Commissione von der Leyen – è in programma un’azione chiara e forte verso questi paesi asiatici per chiedere la chiusura immediata di questi mercati che sono fonte di numerose epidemie?”. 

Oggi, a nome della Commissione europea è intervenuta la Commissaria alla Salute, Stella Kyriakides: “La comunità scientifica internazionale non è ancora in grado di confermare l’origine della Covid-19. Le autorità cinesi hanno tuttavia comunicato di aver chiuso molti dei cosiddetti “wet market”, compresi quelli a Wuhan e nelle zone circostanti, e di aver adottato provvedimenti volti a vietare il commercio e il consumo di animali selvatici. Secondo le informazioni disponibili anche il Vietnam sta valutando la possibilità di intervenire per porre fine al commercio e al consumo illegali di specie selvatiche per timore che diffondano la malattia. L’UE non ha il potere di imporre la chiusura di tutti i “wet market”, trattandosi di una decisione che spetta ai paesi terzi.

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“È opportuno ricordare – ha proseguito l’esponente dell’Esecutivo von der Leyen – che l’UE non importa animali vivi dalla Cina, ad eccezione dei pesci ornamentali e di determinati cavalli da competizione da alcune regioni. Nel negoziare con i partner commerciali la Commissione sottolinea l’importanza di garantire che le merci scambiate con l’UE non costituiscano una minaccia per la salute pubblica, la salute degli animali e la sicurezza alimentare. La Commissione continuerà a collaborare intensamente con l’Organizzazione mondiale della sanità, l’Organizzazione
mondiale per la salute animale e i partner asiatici come pure a condividere le informazioni scientifiche sull’origine e sulla diffusione della Covid-19 e le migliori pratiche per contrastarla”.

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foto Daniel Case

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