Brexit, minacce all’export italiano

L’incertezza sulle modalità di uscita del Regno Unito dall’Unione europea sta suscitando diverse preoccupazioni tra le imprese europee, e in particolare italiane, che esportano nel territorio del Regno Unito. Nonostante la Commissione europea abbia pubblicato il cosiddetto “avviso sui preparativi per la Brexit” (Brexit preparedness notices) la minaccia di un “No Deal” comporterebbe gravi effetti negativi sull’economia europea, e in particolare sull’economia italiana.

Questo in sintesi il corpo dell’interrogazione parlamentare dell’eurodeputato Gianantonio Da Re sugli strumenti finanziari a supporto delle piccole e medie imprese europee, con la quale l’esponente del gruppo di Identità e Democrazia ha chiesto alla Commissione europea di precisare gli strumenti finanziari che intende adottare a salvaguardia e a difesa dei produttori locali dell’Unione europea e quali saranno le strategie previste per mitigare gli effetti della Brexit sul flusso delle merci e in particolare sull’export degli Stati membri.

Oggi il Commissario per il mercato interno della Commissione von der Leyen, Thierry Breton, è intervenuto in risposta all’interrogazione del deputato Da Re: “A seguito dell’uscita del Regno Unito dall’UE il 31 gennaio 2020 e dell’entrata in vigore dell’accordo di recesso, per l’UE e il Regno Unito è iniziato un periodo di transizione, che
attualmente è previsto duri fino al 31 dicembre 2020 (con un’eventuale proroga di uno o due anni previo accordo tra l’UE e il Regno Unito entro il 1º luglio 2020). Durante questo periodo le norme dell’UE continueranno ad applicarsi ai cittadini e alle imprese del Regno Unito nell’UE e ai cittadini e alle imprese dell’UE nel Regno Unito. L’UE e il Regno Unito utilizzeranno il periodo di transizione per negoziare un nuovo partenariato”.

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Parlamento europeo, fonte europarl.europa.eu“L’UE – ha proseguito il commissario – è impegnata a negoziare un partenariato economico ambizioso, di ampia portata ed equilibrato, che includa gli scambi di merci. In particolare, l’UE mira a istituire una zona di libero scambio in cui sia garantita l’assenza di tariffe, diritti o tasse. Ciò premesso, è già disponibile un sostegno finanziario significativo per le piccole e medie imprese (PMI) anche in Italia, nell’ambito del programma dell’UE per la competitività delle imprese e le PMI (COSME) tramite lo strumento di garanzia dei prestiti che consente il finanziamento di PMI che altrimenti avrebbero difficoltà a ottenere risorse finanziarie. I finanziamenti possono essere concessi sia per investimenti sia per linee di credito a supporto del capitale circolante. Ad oggi vi sono 19 diversi intermediari finanziari italiani che partecipano allo strumento di garanzia dei prestiti (LGF) del programma COSME. Questi intermediari forniscono direttamente risorse finanziarie alle PMI o garantiscono, a beneficio delle banche commerciali, le operazioni di finanziamento delle PMI. In totale quasi 10 miliardi di EUR sono già stati messi a disposizione di oltre 200 000 PMI.

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“Le PMI che necessitano di finanziamenti possono presentare domanda direttamente agli intermediari partecipanti. Inoltre come annunciato con la comunicazione “Risposta economica coordinata all’emergenza COVID-19″ del 13 marzo 2020 nelle prossime settimane il bilancio dell’UE metterà a disposizione del Fondo europeo per gli investimenti (FEI) un miliardo di EUR a titolo di garanzia, al fine di sostenere circa 8 miliardi di EUR di finanziamento del capitale circolante e aiutare almeno 100 000 PMI e piccole imprese a media capitalizzazione europee. Il sostegno sarà erogato attraverso gli strumenti esistenti dei programmi FEI a sostegno degli investimenti. Nei limiti della legislazione applicabile, i prestiti saranno riorientati favorendo quelli per finanziare il capitale circolante con una scadenza ad almeno 12 mesi. In particolare, saranno potenziate sia le garanzie sui prestiti nell’ambito di COSME, il programma dell’UE per la competitività delle imprese e le piccole e le medie imprese, sia le garanzie InnovFin per le PMI nell’ambito del programma Orizzonte 2020, in modo che le banche offrano accesso a finanziamenti ponte alle microimprese, alle PMI e le piccole imprese a media capitalizzazione”.

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