Criptovalute. Contrasto al riciclaggio e all’anonimato

Come intervenire sulla potenziale illegalità dell’utilizzo delle criptovalute? Come dovrebbe intervenire la Commissione europea onde evitare che si possano utilizzare questi strumenti per fini illegali? In una recente interrogazione parlamenteare gli eurodeputati del gruppo Identità e Democrazia, Antonio Maria Rinaldi e Valentino Grant hanno segnalato la necessità di aggiornare la normativa sulle criptovalute.

Nel loro intervento i due proponenti hanno ricordato il caso del furto di gioielli dal castello di Dresda avvenuto lo scorso mese di novembre, che ha permesso di scoprire il tentativo di vendita dei preziosi sul dark web da parte degli autori del ladrocinio.

Un episodio che confermerebbe, per i due eurodeputati di Identità e Democrazia, che le criptovalute possono essere utilizzate anche per traffici illegali e riciclaggio di denaro a causa dell’anonimato che ne contraddistingue le transazioni.

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“La quinta direttiva antiriciclaggio – si legge nella nota di Rinaldi e Grant – che dovrebbe essere stata recepita dagli Stati membri entro il 10 gennaio 2020, ha introdotto l’obbligo di adeguata verifica della clientela per i prestatori di servizi di cambio e i prestatori di servizi di portafoglio digitale, ma per stessa ammissione del legislatore questa misura non è sufficiente a contrastare il fenomeno dell’anonimato delle operazioni in valuta virtuale “… poiché gli utenti possono effettuare operazioni anche senza ricorrere a tali prestatori, gran parte dell’ambiente delle valute virtuali rimarrà caratterizzato dall’anonimato…”

Per la Commissione von der Leyen è intervenuto ieri il Vicepresidente esecutivo Valdis Dombrovskis: “Nel 2018 la quinta direttiva antiriciclaggio ha introdotto una prima serie di requisiti relativi alle valute virtuali. Nel frattempo, nell’ottobre 2018 il gruppo di azione finanziaria (GAFI) ha adottato definizioni più ampie di “attività virtuali” e di “fornitori di servizi di attività virtuali”.

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“Nel luglio 2019 – ha proseguito Dombrovskis – la Commissione ha inoltre pubblicato la seconda relazione di valutazione sovranazionale del rischio, in cui il livello di minaccia connesso alle valute virtuali e alle attività virtuali è stato considerato significativo sia per il riciclaggio di denaro che per il finanziamento del terrorismo. La Commissione intende presentare nuove proposte legislative nel primo trimestre del 2021 al fine di assicurare una politica dell’UE più completa in materia di prevenzione del riciclaggio di denaro e contrasto del finanziamento del terrorismo. I lavori a livello internazionale indicano la necessità di estendere l’ambito di applicazione del settore”.

“La Commissione intende presentare nel terzo trimestre del 2020 un’iniziativa legislativa in materia di cripto-attività. Per preparare questa iniziativa, tra dicembre 2019 e marzo 2020 la Commissione ha effettuato una consultazione pubblica, che disponeva di una sezione dedicata agli aspetti ALM/CFT (programma Antiriciclaggio e Contro il Finanziamento del Terrorismo delle cripto-attività). In particolare, è stato chiesto alle parti interessate di esprimersi sulla necessità di allineare la definizione utilizzata nel quadro AML/CFT dell’UE con la raccomandazione del GAFI o con una definizione di “cripto-attività”.

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foto Sardegnagol, riproduzione riservata.

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