Uno, nessuno e Wopke Hoekstra

‘Ripugnante’! Così è stato definito Wopke Hoekstra, il ministro delle Finanze olandese, dal Primo ministro Portoghese Antonio Costa. Alla base dello scontro la richiesta alla Commissione da parte del rappresentante dell’esecutivo olandese durante lo scorso Consiglio Europeo di giovedì, di avviare un’indagine sul motivo per il quale alcuni Paesi avessero dichiarato di non avere margine di bilancio per fronteggiare l’emergenza, nonostante l’area euro negli ultimi sette anni avesse registrato una continua crescita. Chiaro riferimento indiretto ai Paesi che hanno chiesto a gran voce la necessità degli eurobond a contrasto dell’emergenza. 

Non fosse stato per il contesto di emergenza che tutta l’Europa sta vivendo, la polemica sarebbe stata ascrivibile alla normale dialettica politica internazionale. Ma essendo questo odierno un contesto di emergenza, panacea di ogni istinto nazionalista, apriti cielo! Eppure andrebbe ricordato che anche l’Italia qualche errore lo ha commesso in questa emergenza, se si pensa alla nazionalizzazione di Alitalia, disposta all’interno di un recente decreto legge…

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Unione EuropeaMa tornando a Wopke Hoekstra, le sue dichiarazioni fanno capire, anche al cittadino più disattento, come in giro per l’Unione europea siano tanti i ‘campioni di stile’ nelle istituzioni. Ma attenzione! Fare di tutta l’erba un fascio e pensare che in Olanda tutti siano d’accordo con le parole del ministro Hoekstra non è un grande esercizio di stile personale. Se poi il coro dei contro nella stessa Olanda vede tra i suoi membri Klaas Knot, presidente della De Nederlandsche Bank, il suo predecessore Nout Wellink che ha affermato che la crisi e il debito necessari per superarla sono “una responsabilità condivisa” e che “I Paesi Bassi non saranno più un paese ricco nel nord se il sud cade “ possiamo tranquillamente gestire la follia del rappresentante dell’esecutivo olandese, come una qualunque ‘Salviniata’ italiana.

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Tralasciando il pavido nazionalismo che sta dilagando in Italia tra gli antieuropeisti e gli ‘incazzati a prescindere’, che traggono piacere dalle divisioni e dalle polemiche, non sarà certo un ministro delle finanze a far saltare il banco. 

Attualmente è in atto una negoziazione tra Stati e la riflessione sulla solidarietà a luci e ombre all’interno dell’UE, che pretende di restare unita, apre a nuove interpretazioni; purtroppo molte delle quali affette da un male incurabile, il ‘facilismo’. Ma ne usciremo. In questa storia bisogna ricordare con costanza quanto fatto grazie all’unione dei popoli, come ha fatto Carlo Calenda con un  semplice, educato ed esaustivo post, dove ha ricordato al grosso del ‘movimento dei Paesi del nord Europa’ i loro scheletri nell’armadio. All’Olanda di sottrarre risorse fiscali a tutti i grandi Paesi europei, attraverso un sistema fiscale agevolato, e alla Germania l’azzeramento del 50% (ricordiamolo vista la tendenziosa informazione degli ultimi tempi che parla del 100%) delle riparazioni di guerra, evitando così il default. 

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Il problema non è l’Europa unita ma i rappresentanti politici ai quali diamo mandato per rappresentarci in quelle sedi. Proviamo a uscire dalla sindrome da tifoseria nazionalista, almeno in questo periodo di emergenza. Ne usciremo sicuramente migliori.

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