E-commerce e protezione dei consumatori

Il commercio online, organizzato dai grandi marketplace mondiali, rappresenta da sempre un pericoloso competitor per i commercianti al dettaglio, soprattutto per via dell’evoluzione degli strumenti dell’e-commerc e l’esplosione delle nuove modalità di consumo da parte dei consumatori.

L’opportunità di acquistare migliaia di prodotti con un semplice click sembrerebbe nascondere insidie poco conosciute agli utenti del web, spesso distratti dalle offerte ‘civetta’ promosse dai negozi sul web, per l’eurodeputata Monika Beňová del gruppo dell’Alleanza progressista di Socialisti e Democratici al Parlamento Europeo: “Con una maggiore prosperità economica, il potere d’acquisto dei cittadini è aumentato. Di conseguenza si acquista più frequentemente, specialmente sul web, dove numerosi siti web traggono vantaggio disinformando i consumatori, attuando una pratica fuorviante, la visualizzazione di un prezzo originale più elevato per il prodotto in vendita. Un trucco di marketing che crea l’impressione che un prodotto di alto valore sia in vendita con uno sconto significativo. Il consumatore è quindi più propenso ad acquistarlo, nella convinzione che sia un buon affare o addirittura un investimento”.

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Tale comportamento sembrerebbe costituire una pratica commerciale sleale per l’eurodeputata slovacca, che ha richiesto l’intervento della Commissione von der Leyen per proteggere i consumatori dalla disinformazione sui prodotti commercializzati nel web.

Didier ReyndersIn risposta alla richiesta dell’eurodeputata slovacca è intervenuto il Commissario per la Giustizia della Commissione von der Leyen, Didier Reynders: “Le promozioni fuorvianti possono indurre i consumatori a prendere decisioni che non avrebbero altrimenti adottato e danneggiare gli interessi economici dei consumatori. Le autorità nazionali per la protezione dei consumatori hanno analizzato nello scorso anno circa 560 siti e-commerce, nel quadro della rete di cooperazione per la protezione dei consumatori coordinata dalla Commissione. Per oltre il 31% dei siti Web analizzati, le autorità hanno rilevato che le offerte speciali non fossero per nulla autentiche e che il prezzo scontato sia stato calcolato in modo non chiaro”.

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Più nel dettaglio il Commissario Reynders ha richiamato la Direttiva europea sulle pratiche sleali: “La Direttiva sulle pratiche commerciali sleali 2005/29/EC consente alle autorità nazionali per la protezione dei consumatori di valutare e vietare le richieste di riduzione dei prezzi ingannevoli. Inoltre, la direttiva 2019/2161 del 27 novembre 2019, in materia di protezione dei consumatori, introduce norme aggiuntive per prevenire dichiarazioni fuorvianti di riduzione dei prezzi. Questa norma mira, tra l’altro, a impedire ai venditori di gonfiare artificialmente il prezzo di riferimento e ingannare i consumatori in merito all’importo dello sconto. Gli Stati membri devono recepire le nuove norme nella legislazione nazionale entro il 28 novembre 2021 e applicarle dal 28 maggio 2022”.

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