Antonino Arconte. Una vita all’insegna dell’avventura.

Una vita all’insegna dell’avventura per Antonino Arconte, oristanese, classe 1954. Scrittore di successo ed ex agente segreto della Rete Nato Stay Behind, organizzata in ambito NATO durante la guerra fredda in Italia, come negli altri Stati dell’Europa occidentale, nata con lo scopo di contrastare l’influenza politica e militare dei Paesi comunisti. Nei suoi libri, come ne “L’Ultima missione di G-71”, ha fatto emergere scomode realtà su alcuni dei più oscuri misteri d’Italia, attraverso il racconto della sua esperienza diretta come agente del controspionaggio militare.

Antonino, da tempo è uscito a testa alta dopo aver combattuto una lunga guerra contro lo Stato Italiano e negli ultimi venti anni, grazie alle sue rivelazioni e ai suoi libri, ha portato alla luce alcuni aspetti dei più controversi misteri italiani. Reputa di aver ricevuto le scuse da parte dei rappresentanti delle principali istituzioni del nostro Paese? Secondo lei la diffusione della conoscenza è sostanziale nell’epoca di internet?

Antonino Arconte

No, purtroppo le scuse sono una prerogativa dei giusti quando si rendono conto di avere sbagliato. Non ne ho visti nei governi Italiani che si sono succeduti nel corso di questi anni.
Ricordo che nel 2004, ormai sedici anni orsono, i senatori Malabarba e Russo Spena, dell’allora RFC, che non conoscevo e non si poteva dire che ne condividevo le opinioni politiche, presentarono numerose interrogazioni a risposta scritta al Governo Berlusconi in carica con le quali informavano il governo che le illazioni di falsità pronunciate contro di me anche con interpellanze a risposta scritta dai senatori Andreotti, Cossiga e Martino, Ministro della Difesa in carica nel 2003, erano state dichiarate infondate e archiviate ai sensi dell’art.408 cpp. Il GIP di Roma, inoltre, il 7 maggio 2004, mi riconobbe “parte offesa da ignoti che non si è riusciti a identificare!” Coloro che avevano lanciato accuse in quel senso, davanti alla possibilità di essere incriminati d’ufficio per calunnia si dileguarono come neve al sole. I due senatori chiedevano che il Governo si scusasse con Antonino Arconte, perché non si può cercare di far credere che un cittadino fosse un falsario e quando poi si accerta che non è vero, non scusarsi altrettanto pubblicamente con lui! Nessuno del Governo si scusò, nemmeno il Ministro Martino che, da vero gentiluomo, il 3 giugno 2003 aveva dichiarato che: “… in un suo libro, l’Ultima Missione, Antonino Arconte ha dichiarato che i servizi segreti Italiani sapessero 14 giorni prima della strage e del sequestro di Aldo Moro e che dietro le BR che fecero la strage di Via Fani e sequestrarono e uccisero Aldo Moro c’era la CIA e siccome questo non è vero, allora Arconte mente!…” incaricando il SISMI di svolgere un inchiesta interna per falsità risultate altrettanto inesistenti. Anzi, il SISMI, al termine di quella inchiesta, dichiarò che le affermazioni del Ministro erano solo indizi/informazioni e ponendo il divieto di divulgazione sul risultato della loro inchiesta. Il Ministro Martino non diede alcun riscontro dei risultati dell’inchiesta che aveva promosso lui stesso. Solo in America, a New York, Stefano Vaccara, direttore della Voice of New York e del settimanale 7 Magazine, sbugiardò il Ministro. Nel mio libro e in nessun mio scritto era riportato quello che diceva il Ministro Martino. Nei mie libri chi li ha letti trova le prove che le BR erano controllate dal KGB sovietico e aveva la collaborazione della potentissima rete di spie che il Cremlino si era costituito in Italia. Quello che aveva dichiarato il Ministro Martino era una sua invenzione, addebitata a me a fini di discredito. Nessuno dei media Italiani ha pubblicato la mia pretesa di rettifica della notizia falsa e diffamatoria ma, non ho avuto la volontà di iniziare un’altra causa ultradecennale. Le fanno durare apposta così tanto.
Si, sono uscito a testa alta da tutto questo, ma non è ancora finita. Ci sono ancora Ricorsi alla Corte Europea che dopo le sei condanne già ottenute dallo Stato Italiano fin dal 1998, delle quali do riscontro nei miei libri, tutti reperibili online, ce ne sono altre tre pronte per la decisione, tutte dedicate a manifeste violazioni dei miei diritti fondamentali garantiti dalla Convenzione Europea dei diritti dell’uomo che troppi magistrati Italiani nemmeno capiscono! A febbraio di questo 2019 ho dovuto difendere io l’onore e il prestigio della magistratura Italiana, perché pur avendo dovuto denunciare alla CEDU (Convenzione dei Diritti dell’Uomo) il comportamento gravemente negligente di alcuni magistrati, non è giusto dimenticare che si tratta di alcune mele marce ma, se fossero stati tutti di quella levatura morale e professionale, io sarei stato “suicidato” in carcere da molti anni, certamente non sarei davanti ai tribunali civili per la liquidazione dei miei danni dopo le condanne penali in giudicato finale dei miei accusatori. Purtroppo la giustizia italiana è malata, questo è noto. Quello che troppi sembrano ignorare è che il male è la corruzione che come un cancro sta distruggendo l’Italia e sembra che al popolo italiano non importi granché, visto che continua a votare per quelle che definisco ironicamente le Bande Bassotti che poi insinuano i loro adepti in tutte le istituzioni, anche quelle giudiziarie, oltre a banche, finanziarie, fondazioni, ecc.
L’Ultima Missione di G-71 non è ancora compiuta. Continua ancora adesso e quel che accade questi mesi, dopo l’ultimo upgrade del 2016, sarà reso noto tra breve con un serial al quale sto lavorando con dei collaboratori che rivelerà col mezzo cinematografico tutto ciò che è scritto nei libri e gli ultimi avvenimenti che stanno ancora avvenendo. Non posso dire di più, dobbiamo proteggere i copyright che sono stati violati troppe volte da persone che hanno plagiato la storia vera, rendendola un’idiozia di nessun valore storico, ma nemmeno artistico, chi plagia non vale mai un granché.

Antonino Arconte

I suoi libri, come “L’Ultima missione di G-71” e “Bengasi e dintorni” hanno fatto emergere delle scomode verità su alcuni misteri d’Italia. Pensando ai programmi scolastici e accademici sulla storia del nostro Paese degli ultimi 60 anni, secondo lei i giovani del nostro Paese sono destinati a non poter conoscere la realtà pur avendola a portata di mano?

Purtroppo credo che sia vero. Tutto è conseguenza del colpo di Stato perfettamente riuscito nel marzo/maggio 1978. Da allora poteri criminali e traditori della Patria, alleatisi tra loro, hanno preso il potere in maniera violenta, controllano giornali, TV e case editrici e bloccano sul nascere ogni possibilità di rivelare la verità al popolo italiano, completamente disinformato come nessun altro popolo dai tempi della caduta dell’URSS.
Ho scritto un saggio d’intelligence su richiesta di alcuni giornalisti americani, “Medioriente tinto d’arancio”, anche questo reperibile facilmente online, col quale rivelo le tecniche insegnate nelle migliori scuole d’intelligence della guerra fredda e la migliore era in Sardegna, prima che finisse distrutta dalle Bande Bassotti dopo il Golpe.
Sarebbe utilissimo soprattutto ai giovani, anche se è di difficile lettura, è però chiarissimo e senza orpelli e insegna a capire il proprio tempo senza lasciarsi ingannare dalle propagande. Vi racconto un aneddoto di vita vissuta dal popolo italiano che, durante l’esecuzione del colpo di Stato, fu tratto in inganno dai golpisti già al potere, lo stavano solo consolidando. Quando il Dr. Franz – studente di medicina arruolato dal capitano del Sid, Servizio Informazioni Difesa, Antonio La Bruna -, era stanziato a Praga, riuscì a fare arrivare in Italia l’informativa che in Via Gradoli 96, sotto l’identità di Ing. Mario Burghe, le BR tenevano prigioniero Aldo Moro, il sistema deviato dei media coinvolti in quel tradimento si attivò immediatamente per depistare tutto. Il noto Prodi partecipò a una seduta spiritica che indicava Gradoli, come luogo in cui sarebbe stato tenuto Aldo Moro; il Ministro degli interni Cossiga diede la notizia ai media che aveva mandato le forze dell’ordine a Gradoli, paese dell’Appennino a 30 km circa da Roma, e che lo stavano mettendo a ferro e a fuoco alla ricerca del covo delle BR dove era tenuto prigioniero Aldo Moro. La televisione, tutti i canali, mandarono con la notizia le immagini dei baschi blu che sbarcavano dagli elicotteri con i cani e che sfondavano le porte degli ovili a calci…
In realtà erano le immagini di repertorio dei baschi blu che cercavano i banditi sardi nel Supramonte. Il sindaco di Gradoli e la sua giunta, facendosi portavoce della cittadinanza che a Gradoli non aveva visto niente di quello che mandavano in televisione e sui giornali, telefonò alle redazioni RAI chiedendo dove fossero le forze dell’ordine, perché da loro non c’era andato nessuno. Nessuna redazione rettificò le false notizie! Nessuno diede alcuna spiegazione a quel sindaco e alla sua giunta. Loro erano i primi testimoni del colpo di Stato in corso, ma non poterono farci niente. Il potere mediatico non era certo tanto libero da dargli voce. In questo modo avvertirono gli inquilini di Via Gradoli 96 che erano stati scoperti, abbandonando subito quel covo. In seguito all’assassinio dell’On. Moro, una volta catturati i Brigatisti coinvolti, gli inquirenti scoprirono che il “Mario Burghe” segnalato nell’informativa da Praga di fine marzo 1978, nei documenti falsi in suo possesso indicato come Ing. Mario Borghi, era Mario Moretti, il capo della colonna romana delle BR che teneva sequestrato Aldo Moro. L’ultima riguarda l’Unione sarda, che 15 anni fa scrisse che io e Franz eravamo stati arrestati su ordine della procura di Genova perché trovati in possesso di materiali per falsificare tesserini della polizia e che eravamo implicati in “trame nere, polizie parallele e i soliti servizi deviati”. Tutto completamente falso naturalmente, ma non vollero rettificare la notizia e il Direttore Paolo Figus e il giornalista Luigi Almiento sono stati querelati per diffamazione aggravata il 12 luglio 2005 e condannati in primo grado, appello e cassazione. La cassazione encomiabile perché, davanti ai ricorsi di chi cercava di arrivare alla imminente prescrizione come fanno sempre per farla franca, fissò subito l’udienza e in appena 21 giorni entrò nel merito ed emise una giusta condanna. Ora siamo in sede civile per la liquidazione degli ingenti danni che tutto questo ci ha provocato, compreso il fatto che nonostante l’ordinanza del giudice di pubblicare la condanna sia del 1 dicembre 2010, non l’hanno ancora fatto. Nessuno sa, in effetti, che le notizie pubblicate dall’Unione Sarda il 2 luglio 2005 col massimo risalto della prima pagina erano completamente false! Notizie diffuse a reti unificate da tutte le TV e da tutti i giornali, solo che non fecero esplicitamente i nostri nomi e, quindi, non poterono essere perseguiti per diffamazione. Questa è l’informazione che abbiamo in Italia. Come può il popolo intero, non solo i giovani, distinguere il vero dal falso? Diceva Thomas Jefferson, nel 1785, mentre scrivevano il primo emendamento della Costituzione Americana che impone la totale libertà di opinione e informazione: “I governi dispotici hanno bisogno di un esercito di giornalisti e di scrittori che scrivano il falso, in modo che il popolo non possa più distinguere il vero dal falso”. Questo è sicuramente vero ed è accaduto in Italia 42 anni fa, da allora non siamo più una democrazia vera, ma controllati da poteri criminali.

Antonino Arconte

Karl Marx scrisse che “la Storia si ripete due volte, la prima come tragedia e la seconda come farsa”. Secondo lei la situazione in Libia si adatta a questa massima? Quali saranno gli sviluppi futuri in questo contesto internazionale?

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Non ho mai letto Karl Marx e visto cosa ha provocato nel mondo l’ideologia marxista non sono stimolato a leggerlo, ma sulla Libia ho scritto le mie esperienze su ‘Bengasi e dintorni’ dieci anni fa e la storia, come per gli altri libri, ha confermato il vero, almeno per chi vuole conoscerlo. La farsa c’è, ma è nei protagonisti esterni alla Libia che stanno armeggiando per averne il controllo. Vediamo bene che la Francia e gli stessi USA si sono costruiti dei leader da appoggiare per arrivare a mettere le mani sui pozzi attraverso di loro. Ma si vede anche l’esplosione della Libia unitaria, che fu costruita col pugno di ferro del fascismo del generale Graziani e tenuta insieme con lo stesso sistema dal Colonnello Gheddafi fino alla sua morte, per l’intervento ancora una volta straniero che, come descrivo in ‘Medioriente tinto d’arancio’, con le rivoluzioni arancioni volute dagli USA hanno distrutto tutti gli equilibri, buttando giù sistemi anche ingiusti ma senza avere una valida alternativa pronta. Oggi la Libia è in mano alle milizie tribali. Ogni tribù vuole controllare i pozzi del suo territorio e non è disponibile a cedere il controllo a nessun governo centrale sponsorizzato dagli stranieri. Questa situazione fa comodo alle compagnie petrolifere perché ai gruppi armati pagano il petrolio molto meno di quanto devono fare agli Stati dell’Opec. Tutta questione di profitto. Ora vogliono mandare soldati in Libia i Turchi, vecchi colonizzatori dell’Impero Ottomano; i Francesi di Macron che sponsorizza il Generale Haftar, con l’Egitto e gli Arabi, e gli USA che hanno insediato Al Saraji che non controlla nemmeno la sola città di Tripoli. Un vero guazzabuglio e bene fa il Governo Italiano a tenersene fuori, offrendo solo mediazione per una pacifica soluzione politica. Purtroppo, all’atto pratico, questo porterà a perdere i pozzi dell’Eni a favore dei contendenti armati e per l’Italia sarà un disastro. Davanti a un ottantina di tribù potentemente armate, la pace ha poca audience e scarso effetto. Di farsesco, vedo tutte le potenze straniere impegnate a sostenere uno dei due leader, sperando di essere sul carro del vincitore quando la situazione di guerra cesserà, volendo ignorare che entrambi i leader sono sostenuti e promossi tali dagli stranieri stessi, non dai libici.

L'ultima missione di g-71

Dopo l’uccisione del Generale Qassem Soleimani, il mondo, per come ci è stato descritto dai principali mezzi di comunicazione, è parso essere vicino ad un conflitto di portata mondiale. Da ex ufficiale del Nucleo G della Rete Nato Stay Behind, cosa consiglierebbe al cittadino interessato a conoscere più consapevolmente certe dinamiche medio orientali?

La risposta a questa domanda è in ‘Medioriente tinto d’arancio’, troppo complessa per riassumerla in una risposta obbligatoriamente breve. Non credo che possa scatenarsi un conflitto mondiale da quelle azioni mediorientali. L’Iraq è in parte Sciita e gli Sciiti sono controllati dagli Ayatollah. Sono gli Sciiti comandati da Soleimani ad aver organizzato tutti gli attentati contro gli Americani e i filoamericani sunniti in Iraq. Trump non poteva non reagire e ha scelto com’è nel suo stile un’azione plateale. Gli Ayatollah hanno dovuto manifestare, in maniera altrettanto plateale come risposta, sparando minacce di guerra che non potrebbero mai sostenere. Il loro regime è in crisi, gli iraniani si stanno stancando del corano e vorrebbero uscire dal loro incubo. Trump li sta aiutando, al momento attuale non possiamo sapere se ce la farà, oppure no. Quello che invito a fare è di osservare le sue azioni passate, in Siria, in Libia, in Cina e in Corea. Ha agito sempre nello stesso modo. La strategia di Trump è quella di dare un calcio da mulo nello stomaco dell’avversario da lasciarlo senza fiato, lasciarlo sfiatare e poi invitarlo a un tavolo di trattative. Questa volta rischia molto, perché gli Sciiti sono fanatici religiosi, difficilmente si siederanno a un tavolo con il “grande Satana”. Per me, però, è il giusto modo di trattare con quei satanassi. Non si deve dimenticare che hanno combattuto l’Isis solo perché era di confessione sunnita e filo sauditi che sono sunniti whahabiti, ma loro hanno fatto le stesse cose con Komeiny, quando mandavano i bambini, martiri di Dio, a farsi saltare sulle mine di Saddam Hussein.

Nel suo blog www.g-71.blogspot.com ha scritto, relativamente ad uno dei capisaldi della propaganda populista e antieuropeista, che: “So bene che come Italiani abbiamo subito la truffa del cambio della Lira con l’Euro a 1.927,36 anziché a 1.000,00 com’era più giusto e naturale. La responsabilità di questo cambio sfavorevole che ha dimezzato il nostro potere d’acquisto dall’oggi al domani, però, non era dell’Euro, ma di coloro che hanno manovrato perché questo accadesse, cioè i politici che all’epoca avevano il potere politico ed economico per raddoppiare con queste manovre truffaldine il loro patrimonio, messo al sicuro in valuta estera prima di effettuare il cambio. Loro sapevano tutto in anticipo e potevano ben predisporre tutto quanto era necessario per la buona riuscita della loro ennesima congiura”. Come considera le argomentazioni dei partiti populisti e antieuropeisti italiani, essendo stati al potere sia come maggioranza che come opposizione negli ultimi 20 anni? 

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Molto ma molto male! Io rispetto le opinioni di tutti, anche di chi vede l’Europa come un nemico, dimenticando che per ignoranza non sa che l’85% dei diritti dei cittadini italiani sono dovuti all’UE, ma anche dei consumatori. Davvero non ricordate, per esempio, quando gli Italiani, unici in Europa, dovevano pagare 5 euro per ogni scheda di ricarica, in aggiunta alla somma di consumo? Una sporca truffa organizzata dalle compagnie telefoniche in Italia, abolita in seguito a un giusto intervento europeo. E’ la Corte di Giustizia del Lussemburgo, che ha imposto anche la riforma della legge Tortora 117/88, resa inutile dalle astuzie con le quali i giudici che violavano le norme sul giusto processo riuscivano a farla franca, ora con la legge 18/2015, se lo Stato Italiano non la farà funzionare correttamente sarà sanzionato severamente; ricordiamo anche tutte le decine di migliaia di sentenze della Corte Europea che condannano l’Italia per le violazioni sistematiche dei diritti. Solo io ne ho ottenute sei e tre sono pronte per la decisione. Mi piace far condannare la mia Patria? Per niente, io sto con la mia Patria! Quello che riesco a far condannare giustamente è lo Stato canaglia che l’ha tradita!
Ci sono argomenti dei sovranisti antieuropeisti che posso condividere, l’UE a volte fa scelte, specie di mancata tutela delle eccellenze alimentari Italiane e sarde, che ci sono, non sono pretestuose, davvero inaccettabili. Ma non è uscendo dall’Europa che si risolvono quei problemi, semmai mettendo dei rappresentanti Italiani all’altezza di difendere i nostri interessi nel Consiglio d’Europa, non somari raglianti!
Diceva George Orwell e io sono d’accordo, che ‘un popolo che elegge corrotti, incapaci e ladri, non è vittima è complice!’
Purtroppo una forte maggioranza di Italiani vota in questo modo e le conseguenze le paghiamo tutti con questo degrado economico e morale diffuso oltre ogni limite sopportabile. Il fatto che nonostante questo l’Italia continua a esistere è davvero encomiabile, ma non può durare ancora per molto. L’attenuante di quella parte di popolo italiano è che i media sono controllati dai corrotti e gli fanno credere fischi per fiaschi.
Come risolvere un simile handicap? Io non lo so, dopo l’esperienza vissuta sulla mia pelle delle false informazioni non rettificate nemmeno dopo le giuste condanne, ho smesso di acquistare o leggere i giornali Italiani, ma questa non è una soluzione, solo una difesa. Sarebbe utile aprire gli occhi, imparare a ragionare con la propria mente, rendersi conto che siamo in mano a TV spazzatura, fake news, manipolazioni della realtà di ogni genere, giustizia corrotta e malata, e che tutto è dovuto all’elezione di corrotti, incapaci e ladri. Siamo una democrazia, anche senza averne avuto merito, cerchiamo di guadagnarcela. Senza un popolo che ha il coraggio di pretendere il rispetto dei suoi diritti non ci può essere democrazia.

Medioriente tinto d'arancio

Sappiamo che sta lavorando alla realizzazione di un film seriale basato sulla sua storia. Di cosa si tratta e chi, secondo lei, non vorrebbe mai vederne la luce? 

Gli stessi che hanno tentato in mille modi, tutti illegali, di impedire all’Ultima Missione di essere stampata, distribuita e letta, sono passati quasi vent’anni da allora ed è sempre online ed è stata ordinata e letta anche a Lombok, in Indonesia. Sono stati pubblicati oltre 130 speciali giornalistici su quotidiani e magazine, da giornalisti veri che non si lasciano controllare dai padroni dei media, sempre di meno purtroppo! E decine di speciali televisivi. Purtroppo in passato ho tentato di utilizzare il mezzo cinematografico per far conoscere la verità della nostra storia, che è la storia d’Italia durante la guerra fredda, tenuta nascosta da chi ha interesse a che non si vedano le proprie azioni, i tradimenti, le corruzioni, ma sono finito nei meandri della corruzione del mondo cinematografico. Questo è il paese che ha insegnato al mondo a fare i colossal, persino agli Americani. Il neorealismo è nato a Cinecittà. Ha insegnato a Hollywood a fare i Western, con Sergio Leone e Clint Eastwood, ma che è riuscito a distruggere tutto, persino Cinecittà, con l’infiltrazione della corruzione politica nei centri della cultura e dei finanziamenti al cinema. Ho saputo anni fa che l’80% dei film finanziati dallo Stato non incassa nemmeno i soldi che sono costati, gran parte non va mai in sala perché sono stati fatti solo per spillare quattrini allo Stato e solo qualcuno, pochi, riesce a incassare i soldi che sono costati. Mi ritrovai in quelle situazioni, con un mondo di falsari impegnati a rubare e plagiare la storia addomesticandola per farla piacere a chi le finanziava, quindi partecipando alla falsificazione. Ho cercato di impedirlo minacciando querele, ma questo è servito solo a far modificare in corso d’opera tutto quello che poteva fornire appiglio per la denuncia. In questo modo sono diventate opere insulse, prive di pathos e di credibilità. Talmente noiose che persino io, che dovevo solo cercare i punti su cui fondare una causa per plagio, non sono riuscito a guardarle e, infine, ho considerato che mi sarei vergognato a dire che quelle emerite idiozie erano tratte dalla mia opera autobiografica e ho lasciato perdere. In Italia è una missione impossibile. Sto collaborando con degli sceneggiatori Italoamericani per realizzare un serial in dieci puntate, tratto dalla storia vera e rigorosamente tale, che poi cercheremo di far produrre o finanziare in America. Non nascondo che preferirei essere finanziato da una banca o da finanziatori del cinema, a Los Angeles ci sono perché produrre buoni film è un ottimo affare. Questo mi permetterebbe di mantenere l’assoluto controllo sulla storia, come feci per il libro che tutti volevano modificare. Però la pubblicazione di un libro era a portata dei miei mezzi, per fare un film di questo genere ci vogliono decine di milioni. La sceneggiatura del primo film è già pronta, stiamo ampliando il progetto con le dieci puntate del serial. Dopodiché, a progetto predisposto, il “package”, come lo chiamano loro, va in mano ai manager che si occupano di proporlo e venderlo alle Major. Non posso dire niente di più per evitare situazioni come quelle già vissute, che vi sorprenderebbero, ma voglio evitarle. C’è ancora un bel po’ di lavoro da fare, il linguaggio cinematografico è diverso da quello letterario.

Ha mai nostalgia del passato da agente della Rete Nato Stay Behind?

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Chi ha vissuto intensamente la sua vita non ne ha mai nostalgia, è bello avere ricordi di una vita che è valsa la pena vivere, ma non è ancora finita. Al momento voglio interessarmi di vivere quella parte che resta.

Bengasi e dintorni

Dovendo fare un paragone con l’Italia degli anni 70-90, cosa pensa del nostro Paese dei tempi odierni? E’ peggiorato?

Non so dire se è peggiorato, sicuramente non è migliorato come avrebbe potuto. I motivi sono quelli suddetti. Di certo è sotto gli occhi di tutti che ha perso quelle spinte emotive, morali, coraggiose, che erano alla base dell’entusiasmo con cui gli Italiani affrontavano ogni impresa. In tutti i campi, pensiamo solo al made in Italy, al gusto italiano inconfondibile e inimitabile anche se tutti ci provavano. Eravamo invidiati e ammirati e chi viaggiava lo sentiva. Non è più così.
A qualche studente di università di giurisprudenza straniere viene chiesto tra i temi d’esame di spiegare come mai l’Italia è così corrotta … che vergogna!
Si salva solo la nostra cucina fantastica … ma se si continua così, ci sono buone probabilità di perdere anche quel primato.

Secondo lei perchè il lavoro di agente segreto ha ancora un grande appeal tra i giovani d’oggi, nonostante la società di oggi sia sempre più interconnessa e digitale?

Credo che sia dovuto a tutto l’immaginario collettivo creato dai film di 007 James Bond e a tutti quelli che ne sono seguiti. Peraltro sono bei film, di successo, ma raccontano una realtà falsa. Costruita dai cineasti per far piacere al pubblico le loro opere, marketing. La vita di chi opera sotto copertura è sacrificio, rischio, avventura e incertezza, come diceva il mio comandante, per farcela occorre imparare a vivere con la vita stretta tra i denti! Non so a quanti piacerebbe davvero vivere una vita così. A noi è piaciuto a tutti. Non ho mai sentito nessuno lamentarsene, nemmeno quando lo Stato che abbiamo servito ci ha tradito. E’ stato facile distinguersene e considerarlo traditore della Patria. “Lo Stato non è la Patria, è questo il grande inganno. La Patria siamo noi, le nostre montagne, le nostre coste, la nostra cultura, le nostre tradizioni. Lo Stato è solo lo strumento amministrativo che i popoli si danno per gestire gli interessi comuni. Se fallisce, possono e devono cambiarlo, senza che questo implichi la fine o la caduta della Patria”. Sta scritto in quarta di Copertina dell’Ultima Missione di G-71, upgrade del 2016. Purtroppo, la Patria Italiana non vede e non sente più nulla e non è in grado di rendersi conto in che razza di mani sia finita… questo Stato glielo impedisce.

Antonino Arconte

Cosa l’affascina dei giovani sardi e cosa invece non apprezza delle nuove generazioni? 

La Sardegna ha ancora tradizioni familiari che altrove si stanno sfaldando. Non che qui siamo rimasti immuni. Mia moglie insegna e vede dai bambini, anno dopo anno, come le famiglie non abbiano più la solidità di una volta. Troppi bambini sono abbandonati dai padri, troppe madri se ne vanno di casa abbandonandoli. Non entro nel merito, a volte può essere inevitabile, ma sicuramente è uno dei motivi di malessere che anche in Sardegna si fanno sentire. Del resto, io stesso ho spinto sulla scorta delle mie conoscenze ed esperienze i miei figli ad andare via. Abbiamo anticipato il grande esodo di giovani Sardi che partono in cerca di opportunità che qui non trovano. I giovani che conosco io hanno fatto tutti fortuna in America, Australia, Nord Europa. Lontano dall’oppressione di un sistema dispotico, corrotto e incapace, il genio si libera ed esprime il meglio di se. Dispiace che questo non avvenga qui, ma… così è. Posso solo notare che quando ero ragazzo io, negli anni 70, i giovani sardi e Italiani espatriavano in cerca di lavoro e di fortuna, ma col pensiero di tornare appena possibile. Oggi, invece, partono sperando di riuscire a non tornare più se non in vacanza, qualche volta. Questa differenza è importante e drammatica.

Parlando di Sardegna, quali pensa siano i suoi principali punti di forza e di debolezza?

La Sardegna è una perla nel Mediterraneo, la sua forza è nella natura straordinaria, un dono che i sardi non riescono più a meritarsi e ad apprezzare, lo inquinano e lo bruciano cementando e asfaltando a più non posso. Non tutti per fortuna. Tanti riescono a produrre cose magnifiche. I nostri formaggi sono fatti da pastori che hanno arti ultra millenarie nelle produzioni alimentari. I sapori di Sardegna non hanno eguali, eppure, questa che è il punto di forza è anche il punto di debolezza, perché non si capisce che non si può fare concorrenza alle multinazionali…ma in qualità sarebbero loro a perdere!

Cosa ne pensa dell’informazione regionale e degli organi di controllo della stampa? 

Credo che questa domanda abbia già una risposta in quelle esperienze che brevemente ho riassunto. Ovviamente non sarebbe giusto fare di ogni filo d’erba un fascio, ma un giornale come l’Unione Sarda non si può definirlo un filo d’erba … Io, nel procedimento penale e civile di cui ho detto, ho fatto una ricerca per sapere chi è che controlla il gruppo editoriale più importante della Sardegna e, tra l’altro, ho visto che infine, la società per azioni è posseduta per metà da una società immobiliare che solo al 50% è proprietà di Sergio Zuncheddu, l’altra metà è proprietà di una società fiduciaria la Simonfidi i cui soci sono ignoti con sede a Torino, Milano, Lussemburgo e a sua volta questa è proprietà di un grosso gruppo di gestione di grandi patrimoni, la Ersel, e anche questa con la Sardegna non ha niente a che vedere … chi sono i proprietari dei grandi patrimoni che la Ersel gestisce? Per identificarli dovrei avere mezzi d’indagine che non ho. Non ho potuto andare oltre ma ho capito che questo accanimento per “far credere ai lettori che fossimo due falsari”, recita la sentenza di condanna della Corte d’Appello di Cagliari e della Cassazione di Roma, fino al punto da nascondere persino le condanne in giudicato che hanno ricevuto, è collegato al nostro essere testimoni del colpo di Stato del 1978, e chi sono i loro eredi per me non è difficile da capire. L’abbiamo ben documentato alla Corte d’Appello civile con le comparse conclusionali e le richieste di risarcimento danni contro i responsabili dell’Unione Sarda e della RAI TV, la quale RAI TV è colpevole, già riconosciuta con sentenza in giudicato nel 2013, di aver sottratto e distrutto prove documentali del Colpo di Stato del 1978 che doveva restituire a me, e da me fornite nel 2002 per lo speciale TV RAI-3 Primo Piano, dopo le perizie scientifiche che le hanno certificate autentiche. Siamo in attesa che sia depositata la Sentenza dal 2017. Questi sono i tempi tristemente noti della giustizia Italiana. Naturalmente ne loro, ne altri media nazionali, hanno reso note queste verità incontrastabili. Leggeremo cosa sentenzieranno loro, fa tutto parte dell’Ultima Missione e saranno le ultime puntate del serial.