L’antidemocraticità della censura alle idee e ai partiti di estrema destra.

Forza Nuova, CasaPound e altre sigle meno note del panorama di estrema destra sono da sempre oggetto di polemica per le manifestazioni organizzate dalle varie sezioni locali in Italia. Manifestazioni che spesso si pongono in contrasto contro lo stato di diritto o che ambiscono a portare all’attenzione dell’opinione pubblica elementi e rimembranze del nostro Paese attraverso termini “tout court” e “tranchant” non solo per i valori (o disvalori a seconda di come vogliamo percepirli) che promuovono, ma anche perchè hanno capito che la comunicazione e la visibilità, di cui hanno bisogno per crescere, va alimentata con accenti forti.  Ma pensando invece a quanto professano gli oppositori, o meglio censori, delle iniziative di tali partiti , viene subito da pensare alla sostanziale credenza e adesione alla tutela del diritto di pensiero e della libertà di espressione.

Il limite censorio sembra essere spesso travalicato a tutti i livelli verso questi partiti, spesso a ragione, ma a volte siamo di fronte a una vera e propria persecuzione delle idee, e, a prescindere dall’opinione o dal motivo, non è mai un buon sintomo circa lo stato della percezione della democrazia nel nostro Paese. 

Questa censura preventiva si è registrata nuovamente anche a Cagliari, a pochi mesi dalle proteste per l’apertura della sede di CasaPound in via La Nurra 24. Altro autoctono caso di tolleranza delle idee. In data odierna, invece, si sarebbe dovuta svolgere la manifestazione della sezione locale di CasaPound, finalizzata alla presentazione dei candidati alle elezioni del 4 marzo. Per questa iniziativa CasaPound aveva indicato il Centro Culturale EXMA’ di via San Lucifero, ma la direzione del centro cittadino, piuttosto che concedere la sala come previsto per ogni altra organizzazione associativa o meno, ha rifiutato lo spazio al partito di estrema destra. La Direzione dell’EXMA’ ha pertanto deciso in autonomia di non concedere una sala, regolarmente richiesta da CasaPound, negando così ad un partito politico – discutibile per carità, ma pur sempre un partito politico – con rappresentanti eletti in varie amministrazioni italiane e regolarmente registrato, di presentare i propri candidati e proseguire la propria campagna elettorale, come democraticamente prescritto per Legge. Ricordiamo la Legge, la stessa che ha ammesso Casapound a partecipare alle elezioni politiche del 4 marzo.

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Il Consorzio Camù, gestore del centro culturale EXMA’, ha, successivamente, pubblicato una nota nella propria pagina Facebook, dove ha dichiarato di non concedere la sala conferenze a CasaPound per presentare i propri candidati alla Camera e al Senato per le prossime elezioni del 4 marzo, poichè reputato dalla Direzione dell’EXMA’ un evento “non compatibile con i valori culturali del centro”.

Essendo un locale pubblico dato in concessione a un privato (Consorzio Camù), il regolamento non dovrebbe prevedere la concessione della sala per ospitare manifestazioni che turbino l’ordine pubblico, ma la presentazione dei propri candidati (che con molta probabilità non otterranno alcun seggio nelle circoscrizioni sarde alle prossime elezioni politiche), non dovrebbe configurarsi come un evento foriero di disordini e tumulti. Sempre in merito ai possibili tumulti, invece, non si capisce come in uno stato di diritto come il nostro e con la crisi di organico nelle forze di pubblica sicurezza, debbano essere impiegate notevoli risorse di polizia, sottraendole al controllo del territorio, senza prevedere o immaginare nel medio periodo, alcuna sanzione o provvedimento nei confronti di chi , anche solo verbalmente, insulta o prevede lo scontro frontale come unico metodo di risoluzione del contraddittorio. 

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Oggi è arrivata la replica di CasaPound Sardegna a firma del responsabile regionale, Fabio Corrias: “Data la gravità dell’episodio – si legge -, questa mattina alle 9,30 saremo regolarmente davanti al portone dell’Exmà per far valere i nostri diritti e portare a termine la presentazione dei nostri candidati”. Posizione ribadita anche dal candidato alla Camera dei Deputati Edoardo Lecis “Per motivi di opportunità ci è stata negata la sala. Come comunicato dalla direttrice dell’EXMA’, non esiste un regolamento comunale che vieta in periodo elettorale la concessione di spazi, ma la nostra società di gestione dell’EXMA’ è portatrice di valori a cui non piacciono le idee di CasaPound. A quel punto – prosegue Lecis – mi sono visto costretto ad avvisare la Questura per evitare problemi di ordine pubblico in quanto vista l’affluenza di persone da tutta la Sardegna, andavano evitati disagi e disservizi”.

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In conclusione non si capisce la decisione della Direzione dell’EXMA’, alla luce della natura prettamente elettorale dell’evento promosso da CasaPound. All’interno dello stesso post pubblicato nella pagina Facebook dell’EXMA’ sono poi apparsi vari commenti degli utenti. Fortunatamente ai commenti più di pancia di alcuni, hanno fatto “compagnia” commenti più democratici e tolleranti verso le idee più insolite e anacronistiche,  a dimostrazione che ancora oggi esiste una minoranza capace di rifiutare il pensiero unico e il “tutto incluso” solo per apparire cittadini responsabili e moralisti.  Chi è contrario a certe impostazioni politiche dovrebbe essere rispettoso della diversità altrui ed evitare stigmatizzazioni e polemiche facilmente evitabili, allo scopo di riportare alla normalizzazione il dibattito politico e aspirare ad essere realmente cittadini utili alla nostra comunità locale. Infine, bisognerebbe ricordare una cosa ancora più importante. In Italia non abbiamo più il Re, quindi le possibilità di rivivere un remake del Ventennio Fascista sono molto remote. 

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